La storia di John Jerryson!

JohnJerryson Mi permetto un'altra volta di andare fuori tema e non parlare direttamente del Messico. Perché? Perché credo che molte persone che mi leggono lo fanno anche per l'idea che il mio viaggio rappresenta, per cui oggi vi racconto la storia di John Jerryson. Ho letto per la prima volta questa storia una notte di novembre quando a Bologna iniziava a fare un freddo cane e io ero nel bel mezzo di una delle mille crisi che mi hanno portato ad un certo punto a dire basta. Ho letto la storia di questo 46enne australiano che apparentemente aveva tutto: una casa di proprietà, macchine, un lavoro fisso, una famiglia e un mucchio di soldi. Solo che a volte tutto questo non basta. Queste le parole di John in una lettera/confessione: "Ciao, mi chiamo John. Sono rimasto nascosto per un po’ ma finalmente ho creato un profilo per scrivere questo contributo. Ho bisogno di confessarmi. Chi sono? Ho quarantasei anni, lavoro in banca e ho vissuto la mia intera vita in modo contrario alle mie intenzioni. Tutti i miei sogni, le mie passioni, sparite. In un lavoro stabile dalle nove alle sette. Sei giorni alla settimana. Per ventisei anni. Ho continuamente scelto il sentiero più sicuro per tutto e ciò mi ha, alla fine, cambiato. Oggi ho scoperto che mia moglie mi ha tradito per gli ultimi dieci anni. Mio figlio non prova alcun sentimento verso di me. Mi sono reso conto di essermi perso il funerale di mio padre PER NIENTE. Non ho finito il libro che volevo scrivere, non sono andato in giro per il mondo, non ho aiutato i senza casa. Tutte queste cose erano per me certezze quando ero giovane. Se la versione più giovane di me mi incontrasse oggi, mi prenderebbe a pugni. Spiegherò presto come quei sogni sono scomparsi. Iniziamo con una descrizione del sottoscritto quando avevo vent’anni. Sembra solo ieri quando ero sicuro che avrei cambiato il mondo. Le persone mi amavano e io amavo le persone. Ero innovativo, creativo, spontaneo, prendevo rischi ed ero bravo a interagire con le persone. Avevo due sogni. Il primo era scrivere un libro utopico/distopico. Il secondo era esplorare il mondo e aiutare i poveri e i senza casa. Al tempo uscivo già con la mia futura moglie da quattro anni. Amore giovane. Lei amava la mia spontaneità, la mia energia, la mia capacità di far ridere la gente e farla sentire amata. Ero sicuro che il mio libro avrebbe cambiato il mondo. Avrei illustrato il punto di vista dei “cattivi” e di quelli con la mente “contorta”, dimostrando così che tutti la pensano in modo diverso e che le persone non pensano mai che quello che stiano facendo sia sbagliato. Avevo già scritto settanta pagine quando avevo vent’anni. Sono rimasto a settanta pagine all’età di quarantasei anni. Avevo visitato con lo zaino in spalla la Nuova Zelanda e le Filippine. Stavo progettando di visitare tutta l’Asia, poi l’Europa, poi l’America (tra l’altro, vivo in Australia). Fino ad ora, ho solo visitato la Nuova Zelanda e le Filippine. Ora, ecco dove le cose sono andate male. I miei più grossi rimpianti. Avevo vent’anni. Ero figlio unico. Avevo bisogno di stabilità. Avevo bisogno di un lavoro che avrebbe dettato la mia intera vita. Dedicare la mia intera vita a un lavoro dalle nove alle sette. Cosa stavo pensando? Come potevo vivere quando il lavoro era la mia intera vita? Dopo essere tornato a casa, mangiavo cena, preparavo di lavoro per il giorno successivo e andavo a dormire alle dieci per svegliarmi alle sei del mattino seguente. Dio, non riesco a ricordare l’ultima volta che ho fatto l’amore con mia moglie. Ieri, mia moglie ha ammesso di avermi tradito per gli ultimi dieci anni. Dieci anni. Sembra tanto tempo ma io non riesco neanche a concepirlo. Non mi ha fatto neanche male. Mi ha detto è perché io sono cambiato. Non sono la persona che ero una volta. Cos’ho fatto durante gli ultimi dieci anni? Al di fuori del lavoro, non posso dire di aver fatto nulla. Non sono stato un vero e proprio marito. Non sono stato me stesso. Chi sono? Cosa mi è successo? Non ho neanche chiesto per il divorzio o gridato o pianto. Non ho sentito NIENTE. Adesso, scrivendo questo, mi sta venendo da piangere. Non perché mia moglie mi ha tradito ma perché mi rendo adesso conto che sono morto dentro. Cos’è successo a quella persona così divertente, amante del rischio e energetica che voleva cambiare il mondo? Mi ricordo di quando la ragazza più popolare della scuola mi chiese di uscire con lei ma rifiutai a favore di quella che oggi è mia moglie. Ero veramente popolare con le ragazze a scuola. Ma rimasi leale. Non esplorai. Studiai ogni giorno. Vi ricordate di tutto quel viaggiare con lo zaino in spalla e dello scrivere il libro? Tutto ciò era durante i primi anni di università. Lavoravo part-time e spendevo tutto quello che guadagnavo. Adesso, risparmio tutto. Non mi ricordo dell’ultima volta che ho speso per un qualcosa di divertente per me. Non so neanche cosa voglio adesso. Mio padre è morto dieci anni fa. Mi ricordo le chiamate da parte di mia mamma dicendomi che si stava sempre di più ammalando. Io ero sempre più occupato con il lavoro e stavo per ricevere una grande promozione. Ho continuato a rimandare la visita sperando che lui avrebbe resistito. Lui è morto e io ho ottenuto la mia promozione. Quando è morto, mi dissi che non importava non averlo visto. Essendo ateo, razionalizzavo che, essendo morto, non importava. CHE COSA MI PASSAVA PER LA MENTE? Razionalizzando tutto, inventandomi scuse per rimandare le cose. Scuse. Procrastinazione. Tutto porta ad una sola cosa, niente. Mi convincevo che la stabilità economica era la cosa più importante. Adesso so che sicuramente non lo è. Rimpiango di non aver fatto nulla con la mia energia quando ce l’avevo. Le mie passioni. La mia gioventù. Rimpiango di aver permesso al mio lavoro di dominare la mia vita. Rimpiango di essere stato un marito orrendo, solo una macchina per fare soldi. Rimpiango di non aver finito il mio libro, di non aver viaggiato il mondo. Di non essere stato presente dal punto di vista emotivo per mio figlio. Di essere un maledetto portafoglio senza emozioni. Se stai leggendo questo, e hai tutta la vita davanti, per favore. Non procrastinare. Non rimandare i tuoi sogni. Goditi la tua energia, le tue passioni. Non stare su Internet tutto il tuo tempo libero (a meno che la tua passione lo richieda). Per favore, fai qualcosa con la tua vita quando sei giovane. NON mettere radici a vent’anni. NON dimenticarti degli amici, la famiglia e di te stesso. NON sprecare la tua vita. Le tue ambizioni. Come io ho fatto con le mie. Non fare come ho fatto io. Scusate il lungo articolo, semplicemente dovevo scriverlo. Mi sono reso conto che ho lasciato che la procrastinazione e i soldi fermarmi dal perseguire le mie passioni quando ero giovane e adesso sono morto dentro, vecchio e stanco." Qui la lettera in lingua originale --> http://goo.gl/JmK1cP Il dubbio che questa storia sia stata inventata c'è, che questo John possa non esistere e la vicenda non essere vera pure. Ma è davvero importante? Secondo me il sentimento che queste parole trasmettono è reale, perché è il sentimento che provano molte persone. Poco meno di un anno fa non avevo idea di quante persone sono insoddisfatte della propria vita, poi ho iniziato a cercare storie e mi sono accorto che persone che ad un certo punto scoppiano ce ne sono davvero tante...troppe. Persone che mollano tutto, amici, famiglia per andare alla ricerca di qualcosa che non sanno nemmeno loro, ma la paura di vivere quello che invece sanno è insopportabile. Uno dei motivi per cui scrivo questo blog è per raccontare la mia storia, per raccontare in giro che le cose si possono cambiare in qualsiasi momento, ma secondo me è meglio farlo prima di arrivare al punto in cui è arrivato John! Nos vemos amigos!

Diario di bordo: 100 giorni dall'arrivo

Credits traduzione: italiansinfuga.com --> http://www.italiansinfuga.com/2014/11/10/come-mi-sono-reso-conto-di-aver-sprecato-la-mia-vita/

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2 commenti su “La storia di John Jerryson!

  1. Gianluca il said:

    Ciao Michael,

    come va? Mi chiamo Gianluca ho 34 anni, sono della provincia di Foggia e da 10 mesi vivo a Città del Messico con la mia ragazza.
    Dato che mi sembra che anche tu vivi nell’Escandón mi chiedevo se ti va di andare a prendere un caffé o una birretta e fare uno scambio di visioni Italo-Messicane già che i tuoi articoli mi sembrano interessanti e al momento non ho incontrato molta gente qui con la quale confrontarmi.
    Fammi sapere.

    Ciao. Un saluto,

    gt

    p.s. ti lascio il mio numero in caso mi vuoi contattare per wup: +34 695 11 50 11 e cell. normale di qui: 55 1687 1983

    • Michael Di Pietro il said:

      Ciao Gianluca,
      grazie per il commento! Ti contatto per whatsapp e caffé o birretta volentieri 😉

      Michael

I commenti sono chiusi.